I poeti e i filosofi si sono accorti subito che l'uomo è un essere fragile, niente più che un sogno d'ombra, mera vanità e illusione. Eppure, se ci guardiamo nell'anima, scopriamo che dentro di noi è passata una quantità di gioia e dolore sufficiente a scrivere un romanzo. Le pagine della nostra vita non sono meno appassionanti di quelle rese immortali dalla letteratura.

Si muore davvero quando nessuno ci ricorda più.

Scrivere è un modo di allungare la propria vita nella memoria degli altri, ed è per questo che un crescente numero di persone si affida a biografi di professione per regalare ai propri discendenti un segno indelebile della propria esperienza terrena. Trasformando i ricordi più preziosi in racconto, essi provano a guadagnarsi una fetta d'immortalità.